Terapia Conservativa delle Varici
C.H.I.V.A.
La terapia chirurgica classica delle varici è sempre stata orientata verso la asportazione totale di quelle vene che appaiono dilatate e varicose..
Da dodici anni, per opera di un ricercatore francese di nome claude franceschi, è stata ideata una nuova metodica, la C.H.I.V.A. (corretion haemodinamique insuffisance veineuse ambulatoire). .
Questa consiste in un trattamento chirurgico ambulatoriale che si propone di mantenere il patrimonio venoso correggendo le alterazioni circolatorie (emodinamiche) come l’aumento della pressione venosa, che sono alla base dei disturbi e delle complicanze dovute alle varici..
Cercheremo ora di spiegare i due principi su cui si circolo profondo basa questa metodica..
1) La pressione del sangue in una vena con apparato valvolare sano durante il cammino tende a diminuire; al contrario in una vena varicosa in cui le valvole non funzionano, durante la marcia la pressione venosa aumenta e tende a sfiancare altre vene..
E’ quindi evidente che l’obbiettivo della terapia sarà di diminuire la pressione idrostatica frazionando la colonna di sangue e quindi la vena in più segmenti..
2) Tra le vene sane del e vene varicose della safena esistono dei collegamenti attraverso le vene perforanti e la crosse della safena (dove la safena sbocca nella vena femorale); per cui il sangue portato verso l’alto dallo vene profonde della gamba, tende in parte più o meno cospicua a refluire nelle varici e quindi a tornare nella gamba; perciò l’altro obbiettivo della C.H.I.V.A sarà di interrompere questi “Shunts veno- venosi”. .
L’applicazione di questi due principi è possibile mediante un accurato studio di tutta la circolazione venosa degli arti inferiori attraverso l’ecografia ed il doppler tendente alla individuazione dei punti di fuga. .
L’atto chirurgico, eseguibile ambulatoriamente in anestesia locale, consiste in semplici legature delle vene nei punti precedentemente individuati e disegnati accuratamente sulla gamba. Dopo più di dodici anni dalla sua applicazione pratica e con una esperienza di oltre quarantamila interventi eseguiti nei centri italiani ed europei, la C.H.I.V.A. è una realtà consolidata.
L’intervento si esegue in anestesia locale, per cui il paziente subito dopo può tranquillamente rientrare al proprio domicilio..
L’affinamento dell’esperienza nel corso di questi anni ha permesso di allargare le indicazioni ai casi più gravi, comprese le ulcere varicose, le sindromi post-flebitiche, le recidive di varici dopo stripping e le forme displastiche congenite (angiomi, fistole arterovenose). .
Per quanto riguarda in particolare le recidive, lo studio emodinamico con ecodoppler ha evidenziato sempre spesso situazioni di disfunzioni del circolo profondo che permettevano di spiegare molti insuccessi delle varie terapie chirurgiche adottate. .
Oggi possiamo affermare che le cosiddette varici primitive sono in realtà sempre meno, potendosi identificare situazioni di compromissione funzionale del sistema venoso profondo correlate alla presenza di varici..