TERAPIA CHELANTE
Informazioni per il paziente |
La terapia chelante, introdotta in clinica per la cura dell’intossicazione da metalli pesanti, viene oggi anche utilizzata per la cura della arteriosclerosi e delle sue complicanze, sfruttando la capacità dell’EDTA (acido etilendiaminotetracetico), di legare i metalli pesanti e tra questi il calcio libero, che più specificatamente ci interessa, senza però interferire con il calcio combinato (come nelle ossa, denti, cartilagini). Pertanto, la capacità di legare il calcio libero, evita quelle pericolose complicanze dell’arteriosclerosi dovute alla apposizione dello stesso sulle placche ateromasiche presenti sulle pareti delle arterie, ed agisce sulle pareti vasali modulandone il tono. |
I radicali liberi |
L’EDTA è l’elemento centrale della terapia chelante infusionale. |
Indicazioni alla terapia chelante |
|
Controindicazioni alla terapia chelante |
|
Benefici della terapia chelante |
|
Preliminari alla terapia chelante |
Per poter praticare la terapia chelante il paziente che presenta i imente da cicli meno intensivsegni clinici di una vasculopatia, dovrà eseguire preventivamente la visita vascolare da cui potrà scaturire la necessità di una eventuale consulenza neurologica cardiologica, angiochirurgica, etc... Si dovranno eseguire gli esami di laboratorio di routinee gli esami strumentali specifici della vasculopatia da curare.Durante la terapia chelante si eseguiranno esami di laboratorio specifici ad integrazione dei precedenti. Nel corso del trattamento e secondo scadenze stabilite dal terapista, dovranno essere eseguite indagini di controllo che saranno in seguito ripetute al termine del trattamento. |
Come si effettua la terapia chelante |
La terapia chelante consiste in un ciclo da venti a quaranta fleboclisi somministrate a giorni alterni o mano frequentemente. Ciascuna fleboclisi ha una durata media di tre ore e si effettua ambulatoriamente. Il primo ciclo di terapia può essere seguito successivamente da cicli meno intensivi. |